Intervistato da Rete 55 il dottor Pier-Maria Morresi, presidente provinciale della varesina Anvgd (Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), ha rilasciato la seguente dichiarazione che ha fatto pervenire anche alla nostra redazione.
«L’azione inesorabile del tempo non lascia scampo, mutando inevitabilmente l’aspetto di cose e uomini. Le persone defunte continuano a vivere idealmente grazie al moto di pietà coltivato dai vivi.
Ogni cerimonia di fronte a questa lapide sulla parete esterna del Sacrario dei Caduti, posta nel 1992, ventidue anni prima della Legge 92/2004 di istituzione del Giorno del Ricordo è un appuntamento nel percorso che ci invita a riflettere sul senso della storia e sul valore della memoria.
Una memoria non solo personale e familiare da custodire, preservare e trasmettere alle giovani generazioni.
Per dare una voce ai testimoni di un esodo. La lapide su questo Sacrario vuole essere letta come il titolo di un libro di storia italiana.
I libri è noto, testimoniano l’attività culturale che passa da generazione a generazione, mentre il tempo si cristallizza. E il lettore, leggendo, riaccende il tempo e lo fa rivivere, contribuendo al costruirsi della coscienza civile».
La lapide è posta sul muro esterno di una cappella in grave stato di deterioramento nel cimitero di Belforte. I lavori di ristrutturazione sono in corso da anni e il pensiero del dottor Morresi è un delicato e sommesso appello perché l’Amministrazione comunale completi diligentemente i lavori intrapresi prima che edificio e lapide si deteriorino ulteriormente.